Hanno ammazzato Marco Biagi #4
Chiedeva protezione allo Stato, ma lo Stato decise che proteggerlo sarebbe stato uno spreco che non si poteva permettere
n. 4/2021
Ciao,
Il quarto episodio del podcast è ambientato in un periodo del quale anche io comincio ahimè ad avere memoria diretta. Se quando sono avvenuti i delitti raccontati nelle prime tre puntate (John Lennon, Piersanti Mattarella e Chico Mendes) ero troppo piccolo per ricordarmi qualcosa, l’omicidio di Marco Biagi e ciò che ne conseguì è un ricordo nitido dei miei anni dell’Università . La vita ha voluto che andassi poi ad abitare vicinissimo al luogo di questo omicidio.
Si ascolta cliccando sulla cassetta qui sopra, oppure a questo link di Spotify
Oppure sulle altre piattaforme: qui (Spreaker), qui (Google Podcast) qui (iHeart) e su tutte le altre piattaforme.
Questa è una foto storica, che probabilmente molti di voi avranno già visto mille volte. L’ha scattata il fotografo dell’Ansa Giorgio Benvenuti pochi minuti dopo l’omicidio di Marco Biagi. E’ la sua bicicletta, quella con la quale ha percorso il tratto fra la stazione di Bologna e casa sua la sera del 19 marzo 2002. Qualcuno l’aveva presa e appoggiata al muro per non intralciare i soccorsi e lì è rimasta in quei momenti concitati.
Queste invece sono alcune foto di via Valdonica scattate in questi giorni. Questo è più o meno il punto dove l’omicidio di Marco Biagi è avvenuto. Per chi non è di Bologna e non conosce la zona, credo sia utile per capire la dinamica dell’omicidio che racconto nel podcast.
Questo invece è il testo integrale della rivendicazione del quale ho parlato nel podcast. E’ arrivato a circa 500 indirizzi mail di giornalisti italiani la sera dell’omicidio. Lo metto qui, come dicevo, perché credo che, a distanza di anni sia un documento interessante:
Il giorno 19 marzo 2002 a Bologna, un nucleo armato della nostra Organizzazione, ha giustiziato Marco Biagi consulente del ministro del lavoro Maroni, ideatore e promotore delle linee e delle formulazioni legislative di un progetto di rimodellazione della regolazione dello sfruttamento del lavoro salariato, e di ridefinizione tanto delle relazioni neocorporative tra Esecutivo, Confindustria e Sindacato confederale, quanto della funzione della negoziazione neocorporativa in rapporto al nuovo modello di democrazia rappresentativa. Una democrazia "governante" che già accentrante nell'ultimo decennio i poteri nell'Esecutivo e nella maggioranza di governo ora con la riforma dell'articolo V della Costituzione (detta "federale") vedrà ripartite competenze e funzioni agli organi politici locali entro i vincoli di indirizzo e di bilancio centralizzati e legati all'integrazione monetaria europea, con il fine di stabilizzare l'avviata alternanza tra coalizioni politiche incentrate sugli interessi della borghesia imperialista, sfruttando il restringimento della base produttiva nazionale non solo come vantaggio competitivo nei livelli di sfruttamento della forza-lavoro rispetto ai sistemi economici di altri paesi, ma come condizione per riadeguare il dominio della borghesia imperialista e rafforzarlo nei confronti delle istanze proletarie e delle tendenze al loro sviluppo in autonomia politica antistatuale e antistituzionale che nascono da queste condizioni strutturali. Con questa azione combattente le Brigate Rosse attaccano la progettualità politica della frazione dominante della borghesia imperialista nostrana per la quale l'accentramento dei poteri nell'Esecutivo, il neocorporativismo, l'alternanza tra coalizioni di governo incentrate sugli interessi della borghesia imperialista e il "federalismo" costituiscono le condizioni per governare la crisi e il conflitto di classe in questa fase storica segnata dalla stagnazione economica e dalla guerra imperialista
Questo invece è il link a una pagina Facebook gestita dal figlio di Marco Biagi, Lorenzo. Si chiama Mio Babbo Marco Biagi ed è piena di ricordi privati, ma anche pubblici
La prossima puntata del podcast (la penultima di questa serie) uscirà lunedì prossimo con un l’omicidio meno recente di tutti, ma incredibilmente appassionante perché è una storia che ha tutti gli ingredienti giusti: personaggi straordinari, storie d’amore, tradimenti, un potente messaggio politico e un’esecuzione decisamente splatter. Chi vuol provare a indovinare mi scriva pure, ma tanto non si vince niente. Anche se non volete provare a indovinare, critiche e commenti sono sempre graditi, semplicemente rispondendo a questa mail oppure sui miei profili social.
Nel frattempo, visto che Spotify ha dato la possibilità di aggiungere i podcast alle playlist ho raccolto, per comodità , gli episodi di questa serie in un’unica playlist