Hanno ammazzato Lev Trotsky #5
Quando Lenin morì, a nessuno venne in mente di fare le primarie. La lotta politica per la sua successione lasciò una lunghissima scia di sangue
Questa è la quinta (e penultima) puntata della serie dei podcast "Hanno Ammazzato". Oggi si parla di un omicidio molto politico ed estremamente efferato come quello di Lev Trotsky.
Prima di ogni altra cosa vorrei ringraziare veramente di cuore voi che vi siete iscrittə a questa newsletter e che la state facendo crescere, suggerendo ad amici e familiari di iscriversi. Mi sembra uno strumento molto più bello per scambiarsi opinioni, o anche semplicemente un saluto, rispetto al mare magnum dei social. Alla fine io con ognuna delle persone iscritte a questa newsletter ho un rapporto: con alcune ci conosciamo da decenni, con altre da poco, con molte altre ancora non ci siamo mai visti di persona, ma magari in questi anni abbiamo scambiato qualche idea sui social. Altre ancora le ho conosciute grazie a questo podcast e ringrazio anche loro per la fiducia.
Mi stanno arrivando tantissimi commenti e sto cercando di rispondere privatamente a tutti perché mi fa immensamente piacere. Anche (anzi direi soprattutto) le critiche.
Vorrei ringraziare soprattutto una persona che ha un ruolo importantissimo, oltre a tutto il resto, anche nella produzione di questo e di tutti gli altri miei podcast, ovvero Gaia, la mia compagna. Ha seguito passo passo questo progetto, dall'ideazione ai ritocchi finali, ed è dal confronto serrato con lei e dal suo giudizio critico che questo podcast e molto migliore di come potrebbe essere.
Ma veniamo al sodo, la puntata del podcast che è uscita in questi minuti si ascolta cliccando sulla cassetta in alto oppure qui su Spotify:
E su tutte le varie piattaforme solite:
=> Qui su Spreaker
=> Qui su iHeart
E poi su tutte le altre.
Corredo l’episodio con un po’ di immagini per aiutarvi a provare a immaginare quello che avete ascoltato (se non avete ancora ascoltato il podcast consiglio, come sempre, di riguardare queste foto dopo averlo fatto).
Questa è la casa di Città del Messico dove Trotsky è stato ammazzato e che oggi è diventata un museo a lui dedicato.
Questa è una foto scattata in Messico a Trotsky e alla moglie Natalia pochi mesi prima che morisse.
Questo è invece l’esule Trotsky che sbarca a Città del Messico nel 1936. Accanto a lui ancora la moglie Natalia, dietro di lei si vede la pittrice Frida Kahlo che (come sapete se avete già ascoltato il podcast) ha un ruolo determinante in tutta questa storia.
Trotsky è sepolto a Città del Messico, nei pressi della casa dove è stato ucciso.
Ed ecco l’arma del delitto.
Vi sembrerà una cosa piuttosto macabra e in effetti lo è, ma la piccozza che ha ammazzato Trotsky è stata acquistata da un collezionista statunitense ed è stata esposta in alcune mostre sulla criminologia organizzate in America.
Ramon Mercader, l’assassino di Trotsky, è sepolto nel cimitero di Kuntsevo a Mosca.
La prossima settimana arriverà l’ultima puntata di questa serie di podcast. Si torna in Italia, si torna in epoche molto più vicine a noi.
Se volete ascoltare invece le puntate precedenti (che raccontano gli omicidi di John Lennon, Piersanti Mattarella, Chico Mendes e Marco Biagi) trovate il link per farlo qui (su Spreaker) o qui (su Spotify).
Nel frattempo se volete continuare a spargere la voce, io ne sono molto felice.
Se qualcunə non l’ha ancora fatto può iscriversi cliccando qui sotto e lasciano la sua mail. Non raccolgo né conservo altri dati e chi si stufa può facilmente disiscriversi
Poi questa newsletter si fermerà, non so per quanto. Sicuramente farò altri podcast, non necessariamente la seconda serie di “Hanno ammazzato…”, ci sono già alcune idee in cantiere e alcuni progetti da sviluppare, ma al momento non so dire quando e come prenderanno forma.
Quel che è certo è che quando prenderanno forma, in qualità di iscrittə a questa newsletter, sarete informatə prima di chiunque altrə.